Rimini | Crisi, a San Patrignano arriva la cassa integrazione
La crisi di San Patrignano si fa evidente anche con i 21 esuberi segnalati il mese scorso dalle due cooperative che gestiscono la comunità (Comunità San Patrignano società cooperativa con circa 145 dipendenti e Consorzio San Patrignano con una cinquantina di dipendenti) alle confederazioni sindacali nazionali. In quell’occasione i sindacati hanno chiesto ai gestori di ritirare la procedura di mobilità con l’impegno di attivare ammortizzatori a livello territoriale.
Di fatto allo stato attuale è stato ratificato l’accordo per la cassa integrazione per la Comunità ed è stata avviata la procedura per il Consorzio. Gli ammortizzatori, attivi da circa una settimana (lunedì scorso si è svolta un’assemblea dei lavoratori che chiedevano delucidazioni in proposito), non riguardano il comparto sociosanitario, ma comunque più di 21 dipendenti (tra edili, commercio e amministrazione), probabilmente per dare vita a una rotazione. Il periodo di cassa integrazione durerà fino al 31 dicembre (e dovrebbe essere seguito da altri strumenti).
Le motivazioni dei gestori alla richiesta della mobilità riguardano la crisi in cui la comunità versa da tempo e che ha portato, tra l’altro, alla sospensione del concorso ippico. La comunità, infatti, porta avanti l’attività di recupero soprattutto attraverso i fondi raccolti che sono diventati ancor più importanti in questo periodo in cui le attività collaterali faticano a causa della congiuntura economica. A tutto ciò si aggiungono i crediti cospicui vantati da San Patrignano rispetto alla Asl.